Un progetto di Vladi Finotto, Giulio Buciuni e Giorgio Soffiato
- Pensiero Industriale è uno spazio di riflessione sulla competitività delle imprese italiane e sulle prospettive dell’economia del Nostro Paese. La volontà di chi cura questo spazio è quella di favorire la diffusione di un pensiero critico e fattuale sulle cause di successo e di fallimento dell’unico vero asset strategico dell’economia italiana: le piccole e medie imprese industriali.
- Non ci anima alcun orientamento politico. Non siamo mossi, soprattutto, da alcun dogma. Dei dogmi e delle mode, delle celebrazioni di “modelli vincenti” vorremmo liberarci: Pensiero Industriale rifiuta le soluzioni ‘one-size-fits-all’ e vuole far da contraltare ai molti che offrono interpretazioni semplicistiche di un tema, la competitività delle imprese, che è complesso e in continua trasformazione. Pensiero industriale crede nel potere del confronto critico e sostiene la libertà e varietà di espressione. Muove, tuttavia, da alcuni assunti che fanno da sfondo alla nostra visione dell’economia:
- All’interno della grande famiglia delle PMI italiane vi è un’enorme varietà, sia in termini di dimensioni, che di orientamento strategico e competenze manageriali. Far luce sull’esistente varietà di imprese è un atto necessario per promuovere una cultura di rispetto e di responsabilità nei confronti delle imprese stesse.
- La maggior parte delle PMI Italiane ha la necessità di crescere, strutturalmente e qualitativamente. Crescere significa aumentare le possibilità di sopravvivere nel complesso scenario globale, creando in questo modo occupazione e generando innovazione.
- Piccolo sarà anche bello ma ha bisogno del (più) grande. Non demonizziamo le piccole imprese artigiane ma crediamo allo stesso tempo che il tessuto industriale italiano abbia bisogno di maggiore varietà. Esistono troppe micro imprese (1-9 addetti) e troppo poche medie imprese industriali (> 250 dipendenti).
- Il cuore pulsante dell’industria italiana sono le imprese operanti nel B2B. Sono questi i campioni nascosti del Made in Italy, aziende altamente specializzate che posseggono know-how e tecnologie di primissimo valore e che trainano l’internazionalizzazione dell’industria italiana.
- Pensare che il futuro delle imprese del B2B debba passare attraverso l’integrazione a valle (quindi la creazione di un brand riconoscibile dall’utilizzatore e il presidio dei canali distributivi) significa disconoscere il valore della specializzazione italiana all’interno di complesse catene del valore globale. Disintermediare non è sinonimo di eccellere
- Servono nuove imprese nei settori chiave dell’industria italiana. Insistere sulla creazione di startup sconnesse dal tessuto industriale italiano alimenta l’allocazione inefficiente delle (poche) risorse disponibili e contribuisce alla rarefazione delle competenze distintive dell’industria italiana.
Buona Lettura.